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Percorso diagnostico Preimplantare

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Che cosa occorre fare per valutare pazienti e sedi candidati a impianti

Il percorso diagnostico che precede la terapia implantare, si articola, come di consueto, in anamnesi (raccolta delle informazioni circa la salute generale e di tutti i precedenti trattamenti odontoiatrici) ed esame obbiettivo e strumentale.

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Esame obbiettivo intraorale

L’ispezione permette di rilevare i segni visivi di infiammazione gengivale e la presenza di tumefazioni che vengono poi confermate con la palpazione. La palpazione nelle sedi implantari è di particolare rilevanza per ottenere informazioni sulla morfologia ossea.
Il sondaggio parodontale degli elementi dentali residui è una manovra di sostanziale importanza al fine di diagnosticare infezioni parodontali attuali o potenziali (tasche profonde anche non sanguinanti hanno un’elevata probabilità di recidiva), che sono incompatibili con la terapia impiantare.

Esami radiografici

Non è ammissibile l’inserimento di impianti senza disporre di almeno un esame radiografico. D’altra parte la richiesta di esami radiografici deve attenersi al principio della minima esposizione ragionevolmente possibile a radiazioni ionizzanti.

L’ortopantomografia è l’esame di base, e può essere sufficiente, insieme con l’esame obbiettivo, per trattare alcuni casi clinici. Sull’ortopantomogramma si può stimare con sufficiente accuratezza la lunghezza degli impianti che possono essere inseriti, mentre non è possibile stimare lo spessore osseo disponibile, che però è facile stimare con la palpazione nella maggior parte dei casi (fig. in alto a sinistra).

La radiografia endorale, può essere sufficiente come unico esame radiografico nei casi di edentulismi poco estesi, limitati a 1 o 2 elementi. È comunque di grande utilità, quando si dispone già di un ortopantomogramma: permette infatti di misurare gli spazi mesiodistali fra le radici a vari livelli, e anche di stimare la quantità di osso disponibile in senso apico-coronale (fig in alto a destra). La tomografia computerizzata è un esame costoso che espone il paziente ad un maggiore irraggiamento e a costi più elevati e deve essere riservato a quei casi, in cui gli altri esami radiografici non forniscono informazioni sufficienti per eseguire in sicurezza la terapia implantare. I vantaggi della tomografia computerizzata consistono nella tridimensionalità delle immagini e nella possibilità di misurare la densità ossea.

Gli esami di laboratorio preoperatori standard vengono richiesti di regola per i casi estesi. Essi comprendono: VES, glicemia, azotemia, esame standard delle urine, e profilo dell’emostasi (emocromo completo, attività protrombinica, tempo di tromboplastina parziale attivata). Agli esami standard vanno aggiunti esami mirati ad accertare sospetti di patologia sistemica che possono provenire dall’anamnesi. Quando si sospetta una patologia sistemica, agli esami di laboratorio si possono aggiungere anche altri esami strumentali, come per esempio l’elettrocardiogramma per valutare una sospetta aritmia o altre patologie cardiache.

Modelli in gesso. Lo studio dei modelli montati in articolatore permette di valutare i rapporti fra i denti all’interno dell’arcata, i rapporti fra le arcate, l’andamento dei piani occlusali.

Il sondaggio transmucoso, eseguito con una sonda o con uno spessimetro in anestesia locale può fare apprezzare il profilo della cresta ossea

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